Sanificazione e disinfezione: cosa sono e come distinguerle

Disinfettante

L’emergenza Coronavirus, e la conseguente necessità di limitare il contagio, ha contribuito a creare consapevolezza sull’importanza della sanificazione e della disinfezione di ambienti e strumenti. Non sempre, però, questi termini vengono utilizzati correttamente e spesso si è portarti ad utilizzarli in maniera confusa o indistinta.

Non conoscerne le differenze può comportare l’adozione di misure insufficienti rispetto a quello che la legge ci impone, facciamo pertanto insieme un po’ di chiarezza.

Il termine sanificazione fa riferimento a un insieme di attività finalizzate a rendere sani determinati ambienti e ad eliminare qualsiasi batterio o agente contaminante che con le comuni pulizie non verrebbero rimossi.

La sanificazione comprende tre fasi: pulizia, igienizzazione e miglioramento delle condizioni ambientali (temperatura, umidità, ventilazione). Attenzione: la sanificazione interviene riducendo o abbattendo i microrganismi patogeni nell’immediato, ma la sua efficacia non dura nel tempo. Sono importanti, dunque, interventi di pulizia e igienizzazione frequenti anche se circoscritti alle superfici di maggiore contatto.

La disinfezione, invece, consiste nell’applicazione di agenti disinfettanti, quasi sempre di natura chimica o fisica, in grado di ridurre – tramite uccisione, inattivazione o allontanamento – microrganismi come batteri, funghi e virus al fine di controllare il rischio di infezione per persone e di contaminazione di oggetti e ambienti.

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